Infatti dal primo aprile scorso sono in vigore i tagli all'Assicurazione contro la disoccupazione (LADI). A seguito di questi tagli, il numero dei disoccupati "ufficiali" è diminuito. Non perché chi non aveva un lavoro l'abbia trovato, ma molto più semplicemente perché chi non è più a beneficio delle indennità di disoccupazione (essendosele viste togliere anticipatamente) non figura più nelle statistiche.
Questo per dire che il numero reale dei disoccupati in Ticino è ben superiore a quello ufficiale. Le statistiche infatti, oltre ad essere state artificialmente abbellite dalla riforma LADI, non considerano tutta una serie di casistiche: chi, esaurito il termine quadro di disoccupazione, deve fare capo all'assistenza o all'AI; chi segue programmi d'inserimento professionale; chi ha perso l'impiego e si trova a carico di familiari; chi è stato messo in "stand by" in formazioni parcheggio; eccetera.
Non è eresia immaginare che in Ticino il dato "vero" possa essere doppio rispetto a quello ufficiale.
Nel frattempo si registra un aumento preoccupante dei ventenni che presentano una domanda d'assistenza. A Lugano ad esempio le nuove domande d'assistenza inoltrate da persone tra i 21 ed i 25 anni sono raddoppiate dal 2008. Nei primi 8 mesi del 2008 erano 23, nello stesso periodo del 2011 erano 49.
Nel frattempo si registra un aumento preoccupante dei ventenni che presentano una domanda d'assistenza. A Lugano ad esempio le nuove domande d'assistenza inoltrate da persone tra i 21 ed i 25 anni sono raddoppiate dal 2008. Nei primi 8 mesi del 2008 erano 23, nello stesso periodo del 2011 erano 49.
Il tasso di disoccupazione giovanile in Ticino è triplicato negli ultimi dieci anni e nello stesso periodo – e per favore non veniteci a parlare di "coincidenze" – è raddoppiato il numero dei frontalieri. Nel 1998 erano 26mila, oggi sono 52mila. E il 1998 non è propriamente il Medioevo.
Non solo: in pochi anni è pure raddoppiato in Ticino il numero delle notifiche di lavoro temporaneo (meno di 90 giorni) da parte di indipendenti e distaccati in arrivo dall'UE (per la stragrande maggioranza italiani). Nel 2006 si contavano 10mila notifiche sull'arco dei 12 mesi, nel 2011 il tetto delle 10mila notifiche era già stato raggiunto in giugno.
Quali saranno le conseguenze (occupazionali, sociali, ma anche ambientali e di viabilità) di questo vero e proprio assalto alla diligenza, non ci vuole molta fantasia ad immaginarlo. E la situazione non potrà che peggiorare sempre più, dal momento che in Italia il tasso di disoccupazione giovanile è del 30%.
Ed infatti nella vicina Penisola si continua a fomentare l'emigrazione. Venerdì a pagina 50 del Corriere della Sera, ad esempio, un bell'articolozzo invitava i lettori a cercare lavoro all'estero, soprattutto (e ti pareva) in Svizzera, descritta come una sorte di paese del Bengodi. Intanto i ticinesi, giovani e meno giovani, soppiantati da forza lavoro in arrivo da Oltreconfine, cominciano a diventare dei casi sociali già a 20 anni.
Senza decisi interventi di contingentamento della manodopera estera che si immette sul mercato ticinese in settori in cui non c'è alcun bisogno di importare lavoratori poiché quelli residenti bastano e magari pure avanzano, le prospettive si fanno ben fosche.
Lorenzo Quadri
12 commenti:
È un vero e proprio disastro. La bomba sta per esplodere ed urge un serio provvedimento, immediato e efficace.
@Sergio:
Se Berna non si sveglia e non ci dà una mano, è davvero dura rimediare!
Quando la gente ha fame scattano le rivolte... Poi ci si lamenta... Meglio incominciare seriamente a fare qualche cosa...
Lenny, la situazione ticinese è simile alla nostra: anche da noi ci si lamenta dell'immigrazione -legale e no- che toglie lavoro agli italiani. Perfino in Germania, fino a qualche mese fa, si addebitava alla presenza di troppi stranieri l'elevato tasso di disoccupazione.
Mi pare che in Svizzera si sia provato più di una volta con referendum di mandare via definitivamente gli stranieri -tutti gli stranieri- ma mai una volta il referendum è passato. Segno che la gente alla lunga riflette. La maggior parte di questi stranieri -da voi, da noi in Italia e qui in Germania- fa lavori umilissimi, che nessun locale farebbe ormai più.
È cosa vecchia il dire: attenzione, se domattina non ci fossero più stranieri al lavoro qualche azienda chiuderebbe i battenti e trovereste montagne di immondizia nelle strade, come a Napoli.
Ma nopn è il mio campo e forse prendo una cantonata.
Ciau. ;)
@Vincenzo Iacoponi:
Enzo, sono di corsa e ti invito a cliccare sull'etichetta "Disoccupazione" a fine post per leggere i precedenti articoli.
Ad ogni modo ti dico solo che all'epoca la maggior parte dei frontalieri era impiegata nel settore secondario, mentre oggi il ramo che vede più lavoratori provenienti da oltreconfine è il terziario. Infatti se nell'industria e nella costruzione il loro numero è aumentato di circa 4'000 posti in 10 anni, nel settore dei servizi sono più che raddoppiati, passando dai 12'343 del 2001 agli oltre 28'650 di oggi (dati di settembre 2011). E i nostri sono a casa e non trovano spazio da nessuna parte.
Ciao. :)
5%???????????? E vi lamentate per un 5%???????????? Qui siamo al 40%...
La Svizzera non è l'Italia... Su certe cifre siete primi in tutto... Ahimè!
Ciao Gianf. :)
si ok ... ma capisci che un 7% non è nulla? Magari ci fosse qui.
@Gianf:
Nulla? Non direi proprio! A me (e non solo) non sembra affatto poco nella nostra realtà avere a casa oltre 10'000 giovani disoccupati su 160'000 lavoratori con 52'000 frontalieri occupati per il 55% nel terziario. Non trovi? Ho già trattato l'argomento, approfondiscilo con gli altri articoli. :) La situatione è critica!
Ciao. :D
10 mila su 160 mila? Qui su 160 mila sono quasi 75 mila...
Sono italiano e vivo in Svizzera,la verità e che la situazione diventa insostenibile.....troppi frontalieri è vergognoso.Poco lavoro per gli Svizzeri e l'assistenza si riempie!E io pago
E nessuno sta ancora facendo nulla...
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