Dopo gli scandali, le truffe e i furti legalizzati perpetrati dal mondo della finanza contro stati e cittadini di tutto il mondo, il ministro italiano dell'Economia, Giulio Tremonti, chiede meno regole per il mercato. Il ministro di un governo che non intende stralciare la Svizzera dalla lista nera dei paradisi fiscali, Giulio Tremonti, al forum di Davos, ha rilasciato dichiarazioni che mostrano di che pasta è fatto.
Una breve premessa, prima di addentarci nelle perle di saggezza di questo individuo.
Contrariamente a quanto è stato deciso persino dall'OCSE, l'Italia continua a considerare la Svizzera una sorta di Stato canaglia. Anzi, Giulio Tremonti è stato molto più esplicito. Ha infatti dichiarato che "tutti gli svizzeri sono mafiosi, specialmente i ticinesi" senza che nessuno, a Berna o Bellinzona, gli chiedesse di chiudere quella boccaccia da ladro italiano che si ritrova. Il ministro dell'Economia di Mafialand è quell'individuo che, in veste di consulente, dopo aver consigliato i propri clienti su come frodare il fisco italiano per decenni, ha trovato posto in un governo che del furto, della truffa, della corruzione elevata a sistema, ha fatto una ragione di vita.
Contrariamente a quanto è stato deciso persino dall'OCSE, l'Italia continua a considerare la Svizzera una sorta di Stato canaglia. Anzi, Giulio Tremonti è stato molto più esplicito. Ha infatti dichiarato che "tutti gli svizzeri sono mafiosi, specialmente i ticinesi" senza che nessuno, a Berna o Bellinzona, gli chiedesse di chiudere quella boccaccia da ladro italiano che si ritrova. Il ministro dell'Economia di Mafialand è quell'individuo che, in veste di consulente, dopo aver consigliato i propri clienti su come frodare il fisco italiano per decenni, ha trovato posto in un governo che del furto, della truffa, della corruzione elevata a sistema, ha fatto una ragione di vita.
A Davos, al Forum economico mondiale (WEF), questo losco personaggio ha apertamente dichiarato che "In Europa c'è un eccesso di regolamentazione che è insostenibile". E ha basato gran parte del suo intervento sulla necessità di semplificare le già scarse regole "per aumentare la competitività". Dopo tutto quello che è successo in questi ultimi due anni, dopo la richiesta di regole chiare e certe per mettere una briglia a speculatori e banchieri che con qualche operazione in borsa o altre prodezze sono in grado di piegare interi stati, dopo che persino la patria del liberalismo più sfrenato, gli Stati Uniti d'America, ha chiesto una regolamentazione severa per evitare che certa gentaglia non possa più fare il bello e il cattivo tempo, arriva Tremonti e con un colpo di spugna assolve tutti i suoi amici ladri.
Perché è questo che ha fatto. Non solo non ha chiesto la galera per chi ha costretto governi di stati sovrani a versare miliardi dei contribuenti alle banche ed evitare la bancarotta di interi paesi. Ha chiesto di eliminare quelle poche regole che ci sono. Per fare cosa, lo sappiamo tutti.
"Le regole - ha detto questo delinquentello riciclato in un governo presieduto da un vecchio bavoso che tra una bagascia e l'altra corrompe e fa votare leggi ad personam - sono importanti, ma "un'eccessiva regolamentazione ha un costo eccessivo anche perché ora la concorrenza non è più fra paesi ma fra continenti". E la competizione tra Europa, Stati Uniti, Cina, India e Brasile come te la risolve, il nemico giurato della Svizzera? Ma lasciando mano libera a globalizzatori e speculatori che giudicano un impiccio ogni regola che renda più difficoltose truffe e rapine.
Come Berna, dopo le parole riservate da Tremonti al nostro paese, possa fare finta di niente e intrattenere con gentaglia simile normali rapporti, rimane un mistero insondabile, se non per gli esperti delle malattie mentali. Ma che nessuno, a Davos, abbia chiesto spiegazioni al ministro italiano sull'invito ad assaltare la diligenza, rende l'idea di che gente frequenti il WEF.
Visto che ci sono troppe regole e bisogna ridurle, la prima da cancellare è sicuramente il trattamento privilegiato che la Svizzera riserva all'Italia in materia di accordi fiscali: al posto del 38,8% di ristorno delle imposte alla fonte dei frontalieri, per Mafialand si applichi il 12,5% come per l’Austria. Da subito!!!
Tra l'altro, non si vede perché proprio un paese civile ed amico come quello austriaco debba essere oggetto di discriminazioni. A vantaggio di chi, poi? Di un altro, tutt'altro che civile ed amico?
hahahha sempre sorprendenti i vicini!
RispondiEliminaNo comment!!! Come ho fatto nel precedente articolo, lo ri-mando a fanculo. Povero coglione.
RispondiEliminaRicky tu lo chiami povero coglione ma intanto lo abbiamo messo li noi. Sei ancora sicuro che il coglione sia lui e non qualcun altro?
RispondiEliminaÈ inutile che ci scaldiamo tanto fra di noi. La situazione è questa in Italia e non cambierà fino a quando questa gente non spira e ci sarà un cambio generazionale.
RispondiEliminaNon é vero che ha fatto nulla!! Con lo scudo fiscale é riuscito in un colpo solo a riciclare tutto il denaro dei malavitosi italiani che aveva precedentemente aiutato ad esportare illegalmente in Svizzera!! Bravo fenomeno!
RispondiEliminaItaliani se volete salvarvi fate come i Nord Africani.... Rivoluzione!!