Si è conclusa ieri (30 aprile 2010) la seconda tornata dello Scudo Fiscale italiano prolungato a dicembre 2009 e fino a fine aprile con un'aliquota maggiorata. Il Ticino e la sua piazza finanziaria tirano un sospiro di sollievo: abbiamo retto meglio di quanto mister Money Tremonti avesse pronosticato. Fin dall'inizio dello Scudo Fiscale, Tremonti ha dichiarato a più riprese di essere convinto di prosciugare i tesori svizzeri, soprattutto quelli ticinesi ma le conseguenze sono state molto meno importanti del previsto. Molto scarsi, infatti, i capitali defluiti in questo prolungamento 2010. Non ci sono ancora dati ufficiali dai banchieri ticinesi ma da quelli stimati e dichiarati dall'Italia a fine febbraio, dei 60 miliardi riemersi dalla sola Svizzera (gran parte di essi custoditi in Ticino), solo meno della metà ha effettivamente lasciato gli istituti di credito, per il resto si è trattato di un rimpatrio soltanto giuridico. La consigliera di Stato e responsabile delle finanze, Laura Sadis, si dice soddisfatta: dopo aver subìto una forte pressione psicologica in questi lunghi mesi di scudo, grazie al suo professionismo ora la piazza finanziaria ticinese ha un avvenire. La cifra esatta dei rimpatri arriverà ufficialmente
soltanto dopo il 16 maggio quando le banche italiane riverseranno all'amministrazione finanziaria tutti i dati in loro possesso. Italiani attenzione: da oggi in poi si prospettano maxi multe per tutti coloro che hanno esportato illegalmente capitali senza aver aderito alla sanatoria con conseguente pagamento del "gettone".
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