Le attenzioni della cronaca sono rivolte altrove ma la vita ad HAITI prosegue e la popolazione locale continua a fare i conti con le conseguenze del terribile terremoto che quattro mesi fa ha distrutto la loro terra. La "macchina" degli aiuti umanitari non si ferma un solo istante, vivere giorno per giorno è davvero difficile a Port-au-Prince ma la gente tenta di ricostruirsi una vita, un futuro, combattendo le difficoltà di un paese già povero di suo. Thomas Kern, con la collaborazione della cooperazione svizzera e della Catena della Solidarietà, si è recato sul posto per documentare la situazione.
giovedì 13 maggio 2010
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Le attenzioni della cronaca sono rivolte altrove ma la vita ad HAITI prosegue e la popolazione locale continua a fare i conti con le conseguenze del terribile terremoto che quattro mesi fa ha distrutto la loro terra. La "macchina" degli aiuti umanitari non si ferma un solo istante, vivere giorno per giorno è davvero difficile a Port-au-Prince ma la gente tenta di ricostruirsi una vita, un futuro, combattendo le difficoltà di un paese già povero di suo. Thomas Kern, con la collaborazione della cooperazione svizzera e della Catena della Solidarietà, si è recato sul posto per documentare la situazione.
HAITI: sforzi per ricostruirsi una vita
Le attenzioni della cronaca sono rivolte altrove ma la vita ad HAITI prosegue e la popolazione locale continua a fare i conti con le conseguenze del terribile terremoto che quattro mesi fa ha distrutto la loro terra. La "macchina" degli aiuti umanitari non si ferma un solo istante, vivere giorno per giorno è davvero difficile a Port-au-Prince ma la gente tenta di ricostruirsi una vita, un futuro, combattendo le difficoltà di un paese già povero di suo. Thomas Kern, con la collaborazione della cooperazione svizzera e della Catena della Solidarietà, si è recato sul posto per documentare la situazione.
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3 commenti:
il problema quando avvengono queste catastofi è che una volta passato il clamore mediatico,le vittime vengono lasciate sole con i loro problemi quotidiani.in un paese già povero di suo come haiti passeranno anni prima che si torni a una parvenza di normalità
Si dovrebbe riflettere sul fatto che con i mezzi esistenti a disposizione si fa sempre troppo poco e si permette a certi avvoltoi di "mangiare" liberamente sulla testa di queste povere persone...
Credo che il discorso sia molto più ampio...
Una domanda che ci si pone sempre è questa:
"Come è possibile che nel 2010 si muore ancora di fame?!!".
La risposta è certamente molto complessa e l'argomento difficile da affrontare, ma la si può sintetizzare in questo modo: "EGOISMO!!!".
Certamente per la problematica indicata chi deve intervenire sono le potenze mondiali, ma nel nostro piccolo chi non è egoista?
Sinceramente è davvero difficile rinunciare ad uno standard di vita ECCELSO come credo che sia quello di un cittadino europeo o americano (generalizzando).
Discorso comunque troppo complicato e difficile da affrontare (almeno per quanto mi riguarda). Mi spiace davvero tanto per questa gente e comunque senza un importante intervento di chi "comanda" sarà ben dura risolvere il tutto... d'altronde a qualcuno (e sono sempre coloro che comandano) sta bene così!!!
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