sabato 18 giugno 2011

Italia vs Svizzera: contro gli attacchi italiani si passi dalle parole ai fatti


DI IRIS CANONICA - La grancassa mediatica locale ha dato un risalto quasi stellare la scorsa settimana all'approvazione da parte del Parlamento italiano delle mozioni, provenienti sia dalla maggioranza che dall'opposizione, volte a riprendere il dialogo con Berna sulle scottanti questioni fiscali legate alla doppia imposizione e al tema dei frontalieri.

Il telegiornale della RSI ha lanciato la notizia in apertura con ampi e raggianti commenti e la stessa cosa hanno fatto radio, quotidiani e siti online ticinesi. Si è parlato di svolta, di scacco al governo di Roma, di segnali importanti e via discorrendo. Quanto entusiasmo mal riposto! In effetti, il Parlamento italiano ha sì approvato le citate mozioni, che non sono però vincolanti per il governo. All'atto pratico, il voto parlamentare risulta essere, per il momento, scarsamente rilevante, tanto che nessuno dei quattro principali quotidiani della vicina penisola ha ritenuto di dover dedicare non un trafiletto, non un occhiello, ma neppure una parola – dicasi una – alla decisione. E allora, fintanto che nel governo siederà il super ministro dell'economia Giulio Tremonti (il cui ministero accorpa Tesoro, Finanze e Bilancio), non facciamoci soverchie illusioni sull'eventualità di spontanei moti di apertura nei nostri confronti da parte dell'incattivito ministro, che da tempo conduce una sua guerra, probabilmente anche personale, contro il nostro paese e, soprattutto, contro la piazza economico-finanziaria ticinese e luganese.

Fa indubbiamente piacere che il Parlamento italiano abbia ritenuto di dover auspicare il ritorno al dialogo fra paesi vicini, che hanno intensi scambi commerciali, culturali e di altro tipo, chiedendo inoltre di togliere la Svizzera dalle famigerate "black list" (liste che rievocano neri e funerei periodi del novecento europeo), ma, diciamola tutta, non fosse stato per la minaccia di bloccare il ristorno sulle imposte alla fonte dei frontalieri (che sono ormai più di 50 mila in Ticino) ai comuni italiani limitrofi, non sarebbe successo nulla. Intanto, però, le misure economiche vessatorie nei confronti del nostro paese, messe in atto dal governo italiano, restano tali e quali, in barba ai trattati bilaterali (solo gli svizzeri sono più papisti del papa nel rispettare regole e accordi) e alle vacue rampogne dell'UE sulla necessità della reciprocità in ambito economico. Non saranno certe le pavide e pressoché inesistenti mosse diplomatiche di Berna a smuovere qualcosa, tanto più avendo a che fare con un ministro che non perde occasione per mettere in atto la sua strategia di aggressione verbale nei nostri confronti. L'ha capito - finalmente - anche la maggioranza dei partiti politici ticinesi, che negli ultimi mesi, con alcuni atti parlamentari, ha chiesto al Consiglio di Stato di adottare delle contromisure concrete, attraverso il blocco dei ristorni sull'imposta alla fonte dei frontalieri (54 milioni di franchi all'anno erogati ai comuni italiani della zona di confine).

Questa sembra essere l'unica carta in mano per sbloccare una situazione che rischia di protrarsi ancora per diverso tempo. Adesso la palla è nel campo del Consiglio di Stato, che dovrà decidere entro la fine di giugno su questa opzione. La seconda mossa sarà poi quella di rivedere in ambito federale l'intero accordo, che contempla per il Ticino un'aliquota di ristorno assolutamente penalizzante rispetto a quella applicata da altri Cantoni di frontiera, stanti i cambiamenti (libera circolazione delle persone eccetera) intervenuti negli ultimi anni. Visto che la maggioranza dei partiti politici presenti in Parlamento e nel Consiglio di Stato sostiene questa posizione, sembra ragionevole che l'Esecutivo cantonale si muova concretamente su questa linea, perché anche i paracarri hanno ormai compreso che questo è un problema ticinese nei confronti del quale, spiace dirlo, Berna non vuole assumere un particolare profilo. Siccome i tempi stringono, adesso le decisioni si impongono.

Iris Canonica
già deputata in Gran Consiglio


5 commenti:

  1. Tnx della tempestiva segnalazione Lenny.

    BRAVA IRIS. Diglielo! Fatti non solo parole, ormai Berna ci guarda e stop, dobbiamo cavarcela da soli. Eleggete questa donna!!!

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  2. @Sergio:

    È solo partito un tweet. :)

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  3. Caro Amico
    Ultimamente ho avuto pochissimo tempo....spero che quando torno delle vacanze di essere un po piú presente nel tuo blog...anche se lo zio lo sa ...non dimentico nessuno specialmente i miei amici !
    Un abbraccio !!!!

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  4. @4Ever:

    Ciao grande. :)
    Tranquillo, nessun problema. :)
    Divertiti in vacanza nelle Marche e riposati. A presto.
    Un abbraccio anche a te. :)

    Ciao.

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  5. Dai però... I giorni passano e la situazione è sempre la medesima. Urge intervenire, così non si può più andare avanti. La carica della Lega Ticinese non basta, dobbiamo restare uniti e agire subito per il nostro bene e futuro. Forza gente, forza!!!

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