lunedì 7 giugno 2010

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Texas Hold'em: Claudio Rinaldi risponde al Tribunale Federale svizzero



Non si è fatta attendere la risposta di Claudio Rinaldi, noto giocatore svizzero professionista, sul divieto di organizzare tornei di Texas Hold'em Poker nei circoli o locali pubblici della Svizzera. Con una lettera, inviata ai consiglieri federali del tribubale svizzero, Rinaldi si è subito schierato a favore dei circoli e delle tante associazioni nate negli ultimi tre anni su tutto il territorio helvetico. 

Egregi Consiglieri Federali,

scrivo per esprimere le mie opinioni circa la sentenza del tribunale federale del 30/05/2010 che dichiara illegale il poker fuori dai casinò. Mi chiamo Claudio Rinaldi e sono un giocatore di poker professionista residente in Ticino, attualmente N.1 della Switzerland All time Money list. Sono il cittadino svizzero che ha vinto di più in questo Paese e posso dire di non essere fortunato. Sembrerà strano a tutti voi, che non siete degli addetti ai lavori, ma io ho studiato tanto e ottengo risultati ogni anno fino a potermi mantenere dignitosamente con questo gioco. Avere successo nel lungo periodo fa capire che non è un gioco dove si scommettono fiches e si spera nella vittoria, come succede giocando alla roulette, per esempio, questo è un gioco di tattica, saper prendere la decisione giusta determinerà quanto potremo vincere in futuro. Questa decisione non dipende solo dalle carte che abbiamo, ma dal giocatore che abbiamo di fronte e dalla posta in palio, non si rischia infatti più di quanto ci si possa permettere. Il Texas Hold 'em non è un gioco di possibilità, è un gioco d'abilità. Diversi studi dimostrano che si vince anche con le carte peggiori

rispetto a quelle degli altri giocatori, attraverso puntate mirate e studio del linguaggio del corpo. Se una persona si siede alla roulette e punta il 36, può vincere se esce il 32? Non credo. Invece a poker se si ha una coppia la si può giocare talmente bene da far passare anche un tris. Il poker non è un gioco di attesa, si costruisce la propria vincita con abilità e concentrazione. La seconda questione verte sui luoghi in cui giocare a poker. Perché si deve giocare solo nei casinò se non si tratta di un gioco d'azzardo? Perché le persone devono essere spinte a frequentare un luogo che potrebbe far perdere loro tanti soldi invece di giocare in un locale dove si fanno unicamente tornei con buy-in limitato? Non lo so, mi sembra impossibile pensare a queste restrizioni. Se chiedete delle tassazioni sulle vincite questo si potrebbe fare nei circoli e non nei casinò, se chiedete di evitare la compulsività del gioco è meglio organizzare tornei da 50 CHF in posti in cui non si può perdere altri soldi. Ma realmente cos'è che chiedete? Cosa non funziona? Non vorrei pensare che nel mio Paese il potere dei casinò prevarichi sul buon senso e la ragione. Non vorrei pensare di essere visto come una persona che scommette sul suo futuro quando in realtà calcolo bene ogni spesa e ogni possibilità. Non vorrei pensare che questo sistema lasci a casa i dipendenti dei circoli ed i loro gestori, creando disoccupazione. Non vorrei che si creino dei circoli in cui si pratichi illegalmente il poker, dove il singolo non è tutelato dai gestori che pagano le tasse e sono garanti della trasparenza. Tante domande sono aperte e spero si cerchi la giusta competenza per dare delle risposte.

Claudio Rinaldi

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parade

1 commenti:

Alessio ha detto...

L'ho visto giocare... Davvero un gran bel giocatore questo Rinaldi.

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